Ah la memoria.

Ah la memoria
voi mi dite

Quale memoria
Signor mio?

La memoria di ciò
che mai fu
ma decidemmo vero?

O l'impronta di un amore
che si sciolse nel nulla
negandoci anche
la gioia di un dolore?

Ricordiamo solo ciò
che vogliamo ricordare

O per assurdo
ci portiamo addosso
come sale del mare
sollo quello che vorremmo rinnegare.

Controsenso.

Così assorto
alla ricerca
del senso
della vita

Che si accorse
di non averla vissuta
solo quando ormai
era finita.

L'architettura della poesia.

E così
costruendo case di parole,
ci illudiamo di trovare
a sera nel nascosto del cuore
finestre da aprire
letti per riposare.

Costruttori di niente
che poggia
su una base inesistente.

Architetti dell'impossibile
in perenne sospensione
tra il mondo
e un'altra vita
di nostra invenzione.

Opposizione interna.

Esistono
Parola e grido
Musica e rumore.

Conteniamo
I poli opposti
Di fenomeni nascosti.

E così
Come per scommessa
E' precario l'equilibrio
In questa linea
Di vita sconnessa.

Siamo.

Siamo

Quel che resta fra le righe

Siamo i ritorni

Preludio a nuove fughe

Siamo

Il non detto

Che milioni di parole

Esprimono in modo imperfetto.

Siamo l’ombra

Che gettiamo ai nostri piedi

Convinti di trasmettere

Noi stessi all'incontrario

Siamo fondamentalmente

Proprio quello a cui sfuggiamo.

Post mondo.

In un mondo di dilettanti
Governano le stelle filanti
E discettano di clima
Ragazzine agghiaccianti.